Quando fu istituita dai padri fondatori la comunità europea, il pensiero, era quello di trasformare, quanto di buono veniva partorito dai singoli paesi della comunità, e metterlo a disposizione degli altri, al fine di consentire che le eccellenze di ogni paese fossero sfruttate da tutti i partecipanti alla comunità.
Bene, le cose sono andate esattamente al contrario, infatti, troppo spesso è accaduto l’esatto contrario, dall’europa, abbiamo raccolto per lo più indirizzi completamente fallimentari, e non ci riferiamo solo alle rigide regole di finanza pubblica, imposte ai paesi, che in particolare avevano aderito sciaguratamente alla moneta unica.
Siamo spaventati, al solo pensiero, di cosa potrà combinare l’europa, ora che dovrà essere messo in sicurezza almeno una parte fondamentale del nostro sistema bancario.
Ma non è solo di questo che vogliamo parlare, oggi vogliamo provare a conoscere, questo mostro partorito dall’europa, che si chiama direttiva Bolkestain.
Il suo nome, lo prende da Frits Bolkestein, commissario europeo per il mercato interno della commissione prodi, che naturalmente in una direttiva disastrosa come questa, non poteva di certo mancare, e questo dopo il capolavoro posto in essere nella fase iniziale dell’euro, quotato in modo completamente sbagliato almeno dal nostro punto di vista, non certo da quello tedesco.
La direttiva, dopo una prima bocciatura, veniva modificata ed approvata in data 16 febbraio 2016, dal parlamento europeo in seduta plenaria, con relatrice Evelyne Gebhardt, guarda caso tedesca e socialista, con il numero 2006/123/f.
In sostanza con questa direttiva, si è voluto imporre a tutti i paesi europei, l’adozione di provvedimenti normativi, che prevedessero, in linea astrattamente teorica, una maggiore possibilità di lavorare all’interno della comunità europea muovendosi liberamente.
Nella realtà, almeno per come oggi viene interpretata nel nostro paese, seguendo la direttiva Bolkestein, tutte le attività che vengono svolte, in particolare quelle sul suolo pubblico, attraverso anche l’assegnazione di spazi con cui il suolo pubblico, e comunque il demanio statale, vengono concessi ad un soggetto privato, debbono essere rilasciate attraverso le procedure di gara.
Detto così, può sembrare una grande liberalizzazione, in realtà con tali procedure, si farà si, che diritti quesiti da decenni, su cui imprese e singoli lavoratori fondano la loro sopravvivenza, verranno revocati, dichiarati scaduti, e messi a gara, magari favorendo più o meno inconsapevolmente aziende straniere, anche di rilevanti dimensioni, che con le loro potenzialità, creeranno altre situazioni di crisi, anche in settori, che sono sopravvissuti faticosamente, alla crisi mondiale degli ultimi anni.
Per fortuna, l’amministrazione capitolina, sembra aver recepito la gravità della situazione, intervenendo allo stato nel settore degli ambulanti, rinviando di alcuni anni l’applicazione della direttiva Bolkestein.
Ci fa piacere cara Sindaca, e la ringraziamo, è un primo passo, però vogliamo ricordare, non certo a lei, ma ad alcuni spregiudicati politicanti e dirigenti dell’amministrazione pubblica, che non esistono figli e figliastri, per cui quello che si è fatto giustamente con gli ambulanti, venga esteso ad altri settori, e per quanto ci sta a cuore, a quello delle aziende operanti nel settore della pubblicità esterna.
Siamo sicuri, che ancora una volta, lei cara Sindaca, non ci deluderà.