La lettura attenta, dell’ultima delibera approvata dalla dimissionaria giunta marino, merita l’appellativo di ultimo regalo.
Ultimo, perchè e’ stato in ordine temporale, l’ultimo atto deliberato, riguardante il settore della pubblicità, fortunatamente più nulla si può legiferare e deliberare in questo settore, da questa giunta, quindi possiamo dormire, si fa per dire, sonni tranquilli.
La definiamo pero’ un regalo, non certo alle aziende operanti, ma a qualcuno che tende a sostituirle tutte, prendendo in mano la città.
Parliamo naturalmente della delibera di giunta capitolina n. 343 del 23 ottobre 2015.
Trattasi di un vero capolavoro, che neppure la mente più scientifica poteva partorire.
Richiamando come al solito una serie di precedenti normative, che in alcuni casi dicevano l’esatto contrario, oppure evitando accuratamente di richiamarne altre, che evidenziavano situazioni completamente diverse, si e’ cercato con questa delibera di chiudere il cerchio, come si suol dire in queste situazioni.
Si proclama, che le aziende che potranno ottenere l’assegnazione degli impianti SPQR, sono quelle che hanno partecipato direttamente o attraverso le loro danti causa al procedimento di riordino, peccato che poi il procedimento di riordino, sia stato dichiarato chiuso, e questo quando non era neppure iniziato o solo iniziato l’esame delle richiesta ivi contenute, avanzate lo ricordiamo nel lontanissimo 1996.
Ma i punti 4 e 5 della nefasta delibera sono un capolavoro, impedendo con un macchiavellico trucchetto la partecipazione a questa procedura di assegnazione, delle briciole della pubblicità.
Si perchè di briciole si tratta, se infatti si guardano con la dovuta attenzione, i piani particolareggiati predisposti, ci si accorge che sul territorio di Roma capitale, dal punto di vista della cartellonistica resteranno solo le briciole.
Ebbene, aver installato impianti con il consenso dell’amministrazione, anzi con il suo imput, per far incassare alla stessa rilevanti somme, consegnando un codice ed una banca dati identificativa, costituisce una gravissima violazione, che non consente più la sopravvivenza dell’azienda.
Evviva, un comportamento così scientifico da parte di una amministrazione pubblica, non lo avevamo mai raccolto nei lunghi anni di esistenza della nostra associazione, non solo nel settore della pubblicità esterna, ma in nessun settore della pubblica amministrazione e questo, non solo nella città di Roma.
Tralasciamo gli altri aspetti del “regalo”, quali l’obbligo di sottoscrizione di una dichiarazione, di cui non si conosce il contenuto e la valenza, e neppure le modalità di rilascio della dichiarazione, perchè la misura ci sembra obiettivamente colma.
Ci lasciamo per ora con la speranza di vedere qualcosa di meglio all’orizzonte.