Ci siamo arrivati, tra meno di una settimana inizia il giubileo straordinario, fortemente voluto da Papa Francesco, ma solo da lui, non certamente dalle istituzioni che non ritenevano il nostro paese ed in primis Roma pronta per questo evento.
Il volto della città, ad uno sguardo appena un poco attento, non appare certamente pronto all’evento, troppi cantieri ancora aperti, troppe situazioni da sistemare, ma ormai ci siamo e dobbiamo farcela.
Di chi sono le colpe di questi ritardi, non ci interessa saperlo, molti sono i responsabili, ma forse era un evento da preparare per tempo, e che ora dobbiamo affrontare.
Quello che e più importante, è che ora questo evento, si affronti e magari si renda utile in svariati modi alla città, almeno dal punto di vista economico trasformandolo in un business, che porti nelle esauste casse di questa città, e delle imprese che vi operano dei risultati importanti.
Sì, perché questo paese e questa città, hanno bisogno di un vero rilancio dell’economia, e non di parole o slogan, che descrivano un rilancio economico, una ripresa economica, frutto solo della fantasia della classe politica e dirigente che amministra questo paese, ma che non ha riscontro alcuno con la realtà di tutti i giorni.
Un paese, che giova ricordarlo, ha la più alta tassazione del pianeta, perché se è vero che in qualche paese, pochissimi, le tasse sono più alte che da noi, è pur vero che parliamo di paesi che in termini di servizi, assistenza, pensioni e tutto il resto sono anni luce avanti a noi e danno molto di più ai propri cittadini.
Noi dobbiamo accontentarci delle parole, delle mancette, dei proclami di chi ci racconta che stiamo uscendo dalla crisi, mentre poi abbiamo la classe politica e dirigente, che si diverte o forse lo fa solo per autentica incapacità a distruggere quelle aziende che faticosamente vanno avanti.
La Capitale e un caso emblematico, anziché aiutare le aziende ad ottenere una dignitosa sopravvivenza, si fa di tutto per estirparle dal territorio, magari per metterci qualcuno che viene da fuori, oh santa esterofilia.
Ma noi ancora vogliamo illuderci, sperando che dalle nebbie di quest’ultima crisi, che ha colpito la nostra amata Capitale, ci sia qualcuno che abbia veramente a cuore gli interessi della città e del suo tessuto imprenditoriale.