Sicuramente la data del 23 giugno 2016, resterà segnata nella storia dell’Europa, perchè ha sancito il primo atto della disgregazione dell’Europa.
Speriamo solo sia il primo episodio, di una serie che porteranno allo scioglimento dell’Europa, almeno di questa Europa, perchè così come è diventata, non la vogliamo più condividere.
Agli inizi degli anni 50’, quando i padri fondatori, decisero di dare vita a questa nuova aggregazione, i tempi erano ben diversi.
Si usciva da un conflitto mondiale, che aveva distrutto quasi completamente l’Europa, il continente era alle prese con una catastrofica situazione economica, e si avvertiva un grande desiderio di ripresa.
Ebbene, i politicanti europei, in questi 60 anni, man mano che il progetto iniziale si allargava, soprattutto, dopo la caduta, del famigerato muro di Berlino, anzichè procedere sul solco tracciato dai padri fondatori, hanno pensato bene, di considerare l’Unione Europea come un business personale, e non come un bene primario da difendere.
Si sono abbattuti i confini, dimenticando però che quelli esterni andavano difesi e rafforzati, e non lasciati a se stessi, con la conseguente invasione del vecchio continente, da parte di milioni di persone, provenienti in particolar modo dall’Africa e dall’Asia.
Le linee guida delle politiche economiche, sono state disegnate, senza possibilità di discussione alcuna, dalla Germania e dalla sua banca.
I rigidi parametri economici, attraverso i quali si dovevano muovere i paesi, che nel frattempo erano stati costretti ad aderire alla moneta unica, hanno tolto ogni possibilità di manovra e flessibilità, con particolari conseguenze negative per quelli della fascia sud-europea.
Basti pensare, che gli unici paesi europei che hanno fatto progressi economici, sono proprio quelli che non hanno aderito alla moneta unica.
Tutto questo, è però avvenuto attraverso dei referendum, con cui man mano, i cittadini dei vari paesi, sono stati chiamati a manifestare il loro gradimento.
tutti, meno uno, il popolo italiano.
Infatti, l’unico popolo, che non ha mai potuto dire la sua, sull’Europa, è quello italiano, i cui governanti, che si sono succeduti negli ultimi anni, si sono ben guardati dal dare la possibilità, di coinvolgere il popolo, in una serie di scelte, su cui il popolo, aveva ben diritto di dire la sua.
Ma in un paese retto dalla partitocrazia, dal potere di una classe politica incapace, o peggio ancora corrotta, la parola al popolo non doveva essere data.
Cari signori politicanti, dopo il disastro economico, in cui avete fatto precipitare il nostro paese, il minimo da fare, è quello di chiedere agli italiani, se ancora vogliono far parte di questa Europa unita.
Noi non lo crediamo, ma almeno diamo la parola al popolo sovrano.