No, non è il titolo di un film che sta per uscire nelle sale cinematografiche, e neppure quello dell’ultimo romanzo sulla Vatileaks, è la rappresentazione finale, di una giunta, quella del dimissionario forzato Marino, che lascia la città.
Due anni e mezzo, nei quali, nessuno dei veri problemi che assillano la città è stato affrontato o quanto meno risolto, quali, ne citiamo solo alcuni, trasporto pubblico, traffico, rifiuti urbani, manutenzione del manto stradale, quella degli uffici e strutture pubbliche, completamento delle grandi e piccole opere iniziate precedentemente, campi rom, accoglienza dei turisti, piano sicurezza e via dicendo, trascurando naturalmente gli avvenimenti di mafia capitale, che ad onor del vero coinvolgono le amministrazioni degli ultimi 15 anni.
In qual cosa però questa giunta si è distinta, e certo nella sua lotta fino all’ultimo respiro, sicuramente senza volerlo, per azzerare di fatto le aziende romane impegnate nel nefando mercato della cartellonistica stradale.
Dapprima le si è obligate ad una costosa trasformazione di tutta l’impiantistica pubblicitaria, anche e soprattutto con la riduzione dei formati, e la unificazione delle tipologie.
Poi con un regolamento, che ha azzerato tutti i titoli autorizzativi, che faticosamente le aziende avevano ottenuto nel corso degli anni, nel tentativo di dare corso a gare per nuovi spazi pubblicitari, che sicuramente se realizzate, potrebbero consegnare la città in mani straniere e comunque delle grandi multinazionali.
Ma quello che è successo negli ultimi 15 giorni della giunta, dopo che il suo capo supremo, abbandonato dal suo stesso partito, i cui consiglieri comunali ad onor del vero hanno tentato di tutelare le aziende romane, ed aveva già formalizzato le sue dimissioni, che poi ha tentato in modo goffo di ritirare, ha dello spettacolare, ebbene senza porsi carico di nessuno degli importanti problemi sopra elencati, questa giunta lo ripetiamo in un arco di soli 10 giorni, emanava ben 3 nuove delibere, afferenti la cartellonistica pubblicitaria, come se questo fosse il problema più urgente ed improrogabile di Roma.
Non lo scriviamo in modo polemico, speriamo però che il futuro riservi a questa città qualcosa di meglio, e questo senza parteggiare per tizio o caio perché uomini politici che hanno a cuore le sorti della città sono da ogni parte.